Camminare lungo il Paseo del Prado a L'Avana è un’esperienza che incanta i sensi e trasporta indietro nel tempo. Questo viale ampio e alberato, situato nel cuore della capitale cubana, è molto più di una semplice via di collegamento: è un museo a cielo aperto, un punto d’incontro sociale, uno spazio di vita quotidiana e arte popolare.
Costruito nel 1772 per volontà del Capitano Generale dell’isola, il Marqués de la Torre, il Paseo del Prado è stato il primo viale alberato dell'Avana. La sua funzione iniziale era quella di offrire ai cittadini un luogo elegante per passeggiare e socializzare, lontano dal caos del porto e dai quartieri più affollati. Con il passare dei secoli, la sua funzione e la sua estetica si sono evolute, ma il fascino originario è rimasto intatto.
Il viale si estende dal Malecón, il famoso lungomare dell’Avana, attraversa il quartiere coloniale di Habana Vieja, e arriva fino a Centro Habana, segnando idealmente il confine tra il cuore storico e la parte moderna della città. Durante l’intervento urbanistico americano del 1902, il viale fu ricostruito e ribattezzato ufficialmente Paseo de Martí, in onore dell’eroe nazionale José Martí, anche se il nome popolare "Paseo del Prado" non ha mai perso il suo posto nel cuore degli habaneros.
Fu però nel 1928 che il Paseo assunse l’aspetto che oggi conosciamo. Sotto la direzione dell’allora presidente Gerardo Machado e grazie all’opera del celebre architetto paesaggista francese Jean-Claude Nicolas Forestier, il viale fu trasformato in uno degli spazi urbani più raffinati dell’America Latina. Forestier introdusse un’eleganza europea: furono piantati alberi ornamentali, installate panchine in marmo, e collocate otto maestose statue di leoni in bronzo che oggi sorvegliano silenziosamente il passaggio dei visitatori. Il progetto prevedeva anche due corsie laterali per il traffico veicolare e un ampio camminamento centrale riservato ai pedoni, ombreggiato e accogliente.
Durante la prima metà del Novecento, le eleganti residenze lungo il Paseo erano abitate dall’alta borghesia cubana, ma con l’esodo post-rivoluzionario e il trasferimento delle élite nei quartieri di Miramar, Siboney e Vedado, queste dimore cambiarono volto e funzione. Negli anni successivi, soprattutto dopo il crollo dell’Unione Sovietica e l’inizio del "Periodo Speciale", molte strutture sono cadute in rovina, e sono divenute abitazioni del ceto più povero della popolazione.
Con l’apertura al turismo internazionale negli anni '90 e il riconoscimento dell'Avana Vecchia come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO, il Paseo del Prado è tornato a vivere una nuova stagione di visibilità e fermento. Ancora oggi, passeggiando lungo il viale, si possono incontrare bambini che giocano a calcio, ragazzi che sfrecciano sullo skateboard, artisti di strada che espongono le loro tele colorate e persino parrucchieri che lavorano all’aperto, sotto il sole o all’ombra degli alberi.
Tuttavia, nonostante la sua straordinaria bellezza e vitalità, il Paseo ha bisogno di attenzioni. Molti antichi tombini in ferro artistico sono danneggiati, lasciati scoperti o spostati in mezzo al camminamento, creando pericoli per i passanti e rovinando l’armonia del luogo. Le strutture architettoniche che fiancheggiano il viale necessitano di restauri urgenti, così come molte panchine e lampioni.
Il Paseo del Prado resta comunque un luogo simbolico e poetico, dove la memoria storica dell’Avana si fonde con la sua quotidianità più autentica. È una passerella viva tra passato e presente, tra eleganza decadente e resistenza culturale, e merita di essere preservato con cura e rispetto.
Una passeggiata su questo viale non è solo un itinerario urbano: è un viaggio nell'anima della città.
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