martedì 28 maggio 2019

Luchar (lottare) ovvero lavorare per cercare di fare qualcosa per vivere

La testimonianza di Flavio, cittadino svizzero oramai in pensione da qualche anno, residente permanente a Cuba.
"Ho fatto la scelta di vivere in America Latina e in particolare in questa isola, che ho amato e che amo per quello che la rivoluzione ha fatto, sia per il suo popolo che per il continente e per l’Africa, ma anche per quello che ha significato per noi europei.
Qui molti per sopravvivere rubano allo stato ormai da decenni e rivendono al mercato nero, ti dicono vado a luchar (lottare) ovvero lavorare per cercare di fare qualcosa per vivere, perché solo con lo stipendio non vivi neanche una settimana, devono trovare qualcosa da poter rivendere al mercato nero. Che poi tanto clandestino non è, potete verificarlo andando su www.revolico.com o www.porlalivre.com o altri siti dove trovi tutto quello che ti serve ovviamente a prezzi alti.
Molti vanno nella zona franca di Panama o in Russia per poi tornare e rivendere: dai vestiti alle scarpe ai pezzi di ricambio per le auto. Anche io, mentre sistemavo la casa cercavo un calentador solar per l’acqua calda da mettere sul tetto, sapevo che Cuba li fabbricava. Praticamente ai singoli non li vendono, cosi ho dovuto cercarlo su internet ma ho trovato solo uno scaldabagno elettrico Ocean (italiano) che mi è costato 300 CUC, probabilmente rubato a qualche hotel in costruzione.
I furti sono a tutti i livelli: il diesel dai camion di entità statali per rivenderlo ai tassisti privati, il materiale edilizio (per mesi non c’era cemento) al mercato nero era carissimo, alle attrezzature e perfino ai pezzi di ricambio delle auto.
Adesso il fenomeno è arrivato a livelli tali che hanno dovuto incominciare a controllare e reprimere duramente l’illecito per arginare la corruzione e i furti.
Ne parla sia la televisione al mattino nella rivista “buenos dias”, sia il giornale Granma, organo del comitato centrale del PCC. Vengono pubblicate le lettere di denuncia da parte della popolazione e in alcuni casi le autorità intervengono celermente.
In un articolo su Granma del 31 gennaio il giornalista Ortelio Gonzales Martinez pubblica il resoconto del lavoro di Gladys Bejerano Portela controllore fiscale generale de la Republica de Cuba.
“I danni economici al patrimonio pubblico nel 2015 solo nella provincia di Ciego de Avila (durante la 11a comprobacion nacional al control interno) e solo in 7 entità statali ammonta a 18 milioni di pesos (720.000 dollari). Immaginiamoci a quanto ammonterebbe se sommassimo tutte le entità per tutte le 15 provincie cubane. Senza un controllo efficiente non c’è socialismo e la impunità è il nostro peggior nemico, tutto questo rompe l’ordine e la disciplina” dice il giornalista.
La settimana scorsa nel municipio della Lisa nell’Avana la fiscalia della repubblica con la polizia ha fatto dei controlli a sorpresa in 4 centri per la distribuzione di materiale edilizio. Hanno arrestato 36 persone di cui 25 recidive e verificato furti per 72.000 pesos (2.880 dollari).
I giornalisti televisivi Lazaro Manuel Alonso e Raul Isidron tutti i giorni denunciano e indagano su ogni tema di interesse della vita dei cubani, sia dei servizi non dati dalla burocrazia statale, sia sulle cause e le conseguenze di questi comportamenti.
Ovviamente c’è una gran parte della popolazione che ha una grande riserva morale ed autostima e che denuncia questi fatti, quando per esempio vedono che c’è chi specula con il commercio illecito dei farmaci necessario per ammalati, anziani e bambini.
Perdita di etica vuol dire anche perdita del senso di appartenenza e responsabilità.
Il mercato nero è talmente diffuso che sono coinvolti tutti, addirittura molte ambasciate che vanno a Batabanò (porto di pescatori nel sud del paese a 100 km. dalla capitale) a comprare aragoste e pesce per i loro ricevimenti, e altro che sul mercato nazionale non si trovano o sono proibite.
Questa rivoluzione che ha fatto moltissimo per il suo popolo però non ha aumentato la partecipazione, ne la condizione economica delle famiglie.
Sembra che lo Stato sia altro, e passa la logica “prima mi davi tutto, adesso ti rubo tutto tanto non mi appartiene”.
Uno stato che ha fatto moltissimo nel campo sanitario e di ricerca, con servizi da primo mondo, una buona scuola e una tutela dell’infanzia che serve da esempio all’ONU. Una avanzata politica di protezione della donna : dei suoi diritti e della famiglia, in una società fortemente maschilista.
Una cosa che altri paesi non hanno è la sicurezza fisica, non ci sono armi, solo la polizia è autorizzata a detenerle.Puoi girare a qualsiasi ora e in qualsiasi posto che stai tranquillo (ovviamente con le dovute cautele),quello che attira molto i cubani è conoscere altri popoli ed esperienze e sono delle persone molto amabili nella conversazione ed anche autoironici".

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